
Torre e Masseria Lentini ovest



Ubicata nell’omonima contrada in un contesto campestre di indubbio valore paesaggistico, su un pianoro denso di ulivi “saraceni”, si possono ancora scorgere i resti della masseria e della vetusta torre “Lentini ovest”.
Un tempo raggiungibile da una vecchia strada d’accesso, la costruzione dell’autostrada Palermo-Messina ha tagliato in due l’antico podere, interrompendo anche l’originario percorso stradale.
Appartenuta fino agli inizi del 1900 alla nobile famiglia Ventimiglia Alliata, la masseria, un tempo importante centro per la produzione di olio e vino, include un’antica torre eretta tra il XV e il XVI secolo che rappresentava il primo insediamento nella località.
Una corte chiusa di forma rettangolare e accessibile attraverso un portone in legno posto nel muro di cinta del lato nord, rappresenta il cuore della masseria, mentre altri corpi di fabbrica a una e due elevazioni sono ancora coperti con tetti a falde e coppi siciliani.
Costruita in pietrame locale e malta comune presumibilmente tra il XVIII e il XIX secolo, al piano terra della masseria si trovavano gli alloggi dei contadini, il magazzino, il deposito per gli attrezzi agricoli, la stalla con annesso fienile, il palmento con la cantina e il frantoio, dove ancora oggi si possono ammirare le antiche presse e le vasche di pertinenza.
Sempre all’interno del baglio, nella zona centrale del prospetto sud, vi è l’ingresso della torre, mentre sul lato sinistro, una scala in muratura ad una rampa, permetteva di raggiungere i piani superiori e gli appartamenti signorili.
La torre, alta circa 15 m, si articola su tre elevazioni fuori terra e conserva ancora parte della struttura originaria: la base, il piano operativo in cui alloggiavano i “torrari” e la terrazza che nel tempo, è stata sostituita da un tetto spiovente a due falde coperto con coppi siciliani.
I paramenti murari quasi interamente ricoperti da intonaco, presentano delle feritoie ancora integre, dei doccioni per lo scolo dell’acqua piovana, i resti di “gattoni” e caditoia nel prospetto ovest, una piccola finestra nella parete sud e un balcone costruito nel secolo scorso che si affaccia sul cortile.
Di forma prossima al quadrato, la base della torre era costituita da un ambiente unico sormontato da una volta a crociera, dove una botola permetteva l’accesso ai piani superiori utilizzando una scala in legno retrattile. Dal piano operativo, un’altra scala in legno fissa a parete e di forma a “L”, consentiva di raggiungere la terrazza.
La torre nel secolo scorso, venne collegata internamente attraverso una porta agli ambienti nobiliari, diventando parte integrante della struttura masserile.
All’interno di quello che doveva essere indubbiamente un bellissimo giardino, si trovavano elementi decorativi e di arredo particolarmente interessanti, una deliziosa “torretta dell’acqua” dalla pittoresca struttura ottocentesca, in mattoni di tufo e in stile “neo-gotico” con merli, bifore e colonnine, dei sedili in stile ottocentesco e un grande “paracqua” (ombrello) in ferro battuto e di forma circolare con una bella seduta in mattoni di tufo, serviva ai nobili per ripararsi dal sole nelle calde giornate estive.
Da questa suggestiva terrazza naturale, i nobili godevano d’una spettacolare vista sul mare, sulla piana di Lascari e sul golfo di Palermo.
Oggi di proprietà privata, il manufatto versa in un grave stato di abbandono e degrado.
