
Teatro Belvedere - Carapè



Da sempre luogo di incontro e gioco per bambini e ragazzi, il belvedere, chiamato anche “Carapè”, era uno spiazzo dalle dimensioni ridotte, dal manto argilloso e sdrucciolevole, seguito da un dirupo sulla vallata sottostante.
Negli anni ’50, per rendere il posto piu sicuro e agevole, venne costruita una struttura che permise l’allungamento del piano del belvedere, con una nuova pavimentazione e ringhiera di protezione per l’affaccio.
Nel 1972 fu costruito un ulteriore prolungamento rialzato rispetto il livello della piazza, dando alla struttura l’odierna forma trapezoidale. Arredato con panchine e lampioni, il belvedere costituisce uno dei punti panoramici più suggestivi del paese con un paesaggio che, dagli ulivi dei monti circostanti, spazia fino a giungere alla costa e al mar tirreno.
Il “Carapè”, quindi, è una terrazza che si affaccia sulla verdeggiante campagna dove, delimitato da una rigogliosa vegetazione fluviale formata da canne e oleandri, è possibile scorgere il sinuoso percorso del torrente Colluzzo che attraversa l’agro e, dove un tempo, le donne del paese si recavano con capienti ceste a lavare i panni.
Volgendo lo sguardo nella parte a nord della pianura, subito dopo il centro abitato, il letto del torrente Colluzzo confluisce a quello del Calcavecchio e del Callavarisca, dando origine al fiume Piletto in prossimità della “Senia”, località in cui fino agli anni ’60, era in funzione un vecchio pozzo con annessa senia per la raccolta dell’acqua e l’irrigazione degli orti.
Il dolce profumo della zagara di agrumi e i colori brillanti degli alberi da frutta, raccontano la secolare presenza dell’uomo in questi fertili campi, un tempo feudo dei baroni Ventimiglia e luogo prescelto dai reali D’Aragona per le loro battute di caccia in quello che fu il boschetto di olmi, salici e pioppi.
A testimonianza di ciò, ancora oggi è possibile scorgere i resti delle antiche mura di cinta che, in epoca medievale, proteggevano il castello di Santa Eufemia quale residenza stagionale di Federico IV ed Eufemia D’Aragona.
Fattori umani, storici e sociali che fanno del belvedere un luogo privileggiato di osservazione del “paesaggio culturale” di Lascari.
Dall’estate 2004, anno in cui il “Carapè” per la prima volta è stato utilizzato per la messa in scena della commedia “La Giara” di Luigi Pirandello, questo spazio urbano è divenuto nell’ultimo decennio il “teatro naturale” di eventi, spettacoli e concerti durante le serate estive.
